La sindrome della cauda equina è una grave condizione neurologica che si verifica quando le radici nervose della parte inferiore della colonna vertebrale sono compresse. Se non viene trattata tempestivamente, il paziente può subire danni permanenti e disabilità. In alcuni casi, questi danni possono essere il risultato di ritardi operativi o negligenze mediche.
Ci sono alcune controindicazioni all’intervento per la sindrome della cauda equina, come la presenza di infezioni, tumori, malattie autoimmuni e coagulazione del sangue. Inoltre, se la compressione delle radici nervose non è grave e non provoca sintomi significativi, l’intervento potrebbe non essere necessario.
Le complicanze possibili dell’intervento per la sindrome della cauda equina includono infezioni, sanguinamenti, formazione di cicatrici, perdita di liquido cerebrospinale e problemi neurologici come la paralisi o la perdita di sensibilità. A lungo termine, i pazienti possono sperimentare dolore cronico, disfunzione vescicale e intestinale, e difficoltà sessuali.
Se si subiscono danni a seguito di un intervento per la sindrome della cauda equina eseguito in modo negligente o errato, o se il trattamento è stato ritardato a causa di negligenza medica, è possibile richiedere un risarcimento del danno. Tuttavia, è necessario dimostrare che l’errore o la negligenza è stata effettivamente commessa dal professionista medico e che questo ha causato i danni.
Se hai subito un danno a causa di un intervento per la sindrome della cauda equina o a causa di ritardi operativi o negligenze mediche, hai diritto a un risarcimento del danno subito. Per richiedere il risarcimento, puoi rivolgerti a Periplo Familiare, uno studio legale specializzato in responsabilità medica. I nostri avvocati esperti ti guideranno attraverso il processo di richiesta di risarcimento, aiutandoti a ottenere il massimo risarcimento possibile.
Grave disabilità per intempestività d’intervento
Il signor Antonio, di 58 anni, si reca al Pronto Soccorso a causa di un forte dolore a carico degli arti inferiori. Gli viene diagnosticata una lombosciatalgia causata da ernia L4-L5 e stenosi del canale midollare. Antonio viene ricoverato e trattato con una terapia a base di cortisone che però non calma la sintomatologia lamentata, ma che anzi la aumenta sino a creare un deficit neurologico.
Nonostante un peggioramento così repentino, solo dopo 36 ore Antonio viene trasferito presso un altro ospedale dove viene eseguita una RM che evidenzia un voluminoso materiale intracanalare che comprime il sacco durale e la cauda equina. Si procede quindi ad un intervento chirurgico d’urgenza.
Purtroppo, il mancato tempestivo trasferimento presso un’altra struttura in grado di attuare sia la terapia decompressiva sia l’intervento, hanno provocato ad Antonio gravi danni permanenti di origine fisica e psichica.
IL DANNO SUBITO
Il signor Antonio ha purtroppo riportato gravissime difficoltà nella deambulazione, paresi del piede destro, dissinergia sfinterica, ritenzione urinaria oltre ad una condizione di impotenza e a un grave danno di natura psichica.
IL RISARCIMENTO
Dopo lunghe trattative con la Struttura Ospedaliera e la Compagnia Assicuratrice della stessa si è giunti ad una transazione con la liquidazione in favore del signor Antonio della somma di € 380.000,00.