Quali sono le cause dell’ errata o tardiva diagnosi di melanoma
Il melanoma cutaneo è uno dei più diffusi tra i giovani adulti con meno di 30 anni. Questo tipo di tumore insorge a causa della trasformazione tumorale di alcune cellule della pelle, i melanociti, che hanno il compito di produrre la melanina, il pigmento che protegge l’epidermide dagli effetti nocivi dei raggi solari.
In base ai dati della Fondazione per la Ricerca sul Cancro AIRC, in Italia nel 2023 la diagnosi di melanoma ha interessato circa 12.700 persone.
Sebbene il melanoma rappresenti solo il 5% dei tumori delle pelle, è necessario sottolineare che è senza dubbio il più aggressivo.
Cause e sintomi del melanoma
L’insorgenza del melanoma è fortemente associata all’eccessiva esposizione della pelle a raggi UVA e UVB, quindi sia ai raggi ultravioletti del sole che a quelli delle lampade abbronzanti. La neoplasia si manifesta perché viene danneggiato il DNA dei melanociti, evento che favorisce la loro trasformazione tumorale. Altri fattori di rischio, sebbene meno frequenti, possono essere la presenza di alcune malattie ereditarie come lo xeroderma pigmentoso e si è notato che sono maggiormente interessate dal melanoma le persone con pelle chiara, lentiggini o nei.
I melanomi possono essere congeniti, cioè presenti dalla nascita o acquisiti, ovvero si sono sviluppati in seguito e si distinguono in quattro diverse tipologie a seconda della loro aggressività:
- melanoma a diffusione superficiale;
- lentigo maligna melanoma;
- melanoma lentigginoso acrale;
- melanoma nodulare.
A differenza dei primi tre che interessano gli strati superficiali della pelle, il melanoma nodulare è il più aggressivo perché colpisce i tessuti in profondità, sin dalle prime fasi del suo sviluppo.
Il melanoma si manifesta con la comparsa di un nuovo neo o con la modifica dell’aspetto di un neo preesistente che può diventare asimmetrico, più grande, con bordi irregolari o variare di colore. Talvolta la pelle risulta arrossata e si avverte prurito.
Melanoma: la diagnosi precoce può salvare la vita
Una precoce diagnosi di melanoma permette di curare il tumore nelle prime fasi del suo sviluppo, aumentando notevolmente le possibilità di guarigione e riducendo il rischio di diffusione della neoplasia.
L’autoesame della pelle è fondamentale per notare cambiamenti sospetti, ma è solo la visita dal dermatologo che può confermare una diagnosi di melanoma. Il medico effettua una visita completa per evidenziare la presenza di sintomi sospetti e indaga sulla storia familiare del paziente e sulle sue abitudini.
L’esame più accurato prevede l’uso dell’epiluminescenza, una tecnica che consente di analizzare dettagli microscopici delle lesioni cutanee che ad occhio nudo possono sfuggire. Vi sono poi tecniche strumentali avanzate come la microscopia confocale, la videodermatoscopia digitale e la spettrofotometria intracutanea, che aumentano ancora di più la precisione diagnostica e a cui il medico ricorre per monitorare nel tempo eventuali lesioni sospette che devono essere sottoposte a biopsia.
Cause di errore nella diagnosi di melanoma
In caso di sospetto melanoma, la visita dermatologia deve essere effettuata con urgenza, entro 72 ore. Se viene confermata la diagnosi di melanoma, la lesione sospetta deve essere rimossa chirurgicamente entro un mese dalla visita, il referto istologico deve quindi arrivare al massimo entro due settimane.
Gli errori medici che portano da una errata o tardiva diagnosi di melanoma possono essere diversi:
- i medici non specializzati in dermatologia, come i medici di base, potrebbero non riconoscere un neo sospetto scambiandolo per una lesione benigna;
- il medico effettua una visita superficiale e non ricorre a esami dermatoscopici più approfonditi portando a una mancata diagnosi di tumore;
- non vengono riconosciuti i sintomi tipici del melanoma, specialmente se si presenta in varianti atipiche, localizzato in zone insolite come il palmo della mano o sulla pianta del piede;
- non vengono consigliati esami periodici di controllo nei soggetti a rischio;
- la lesione maligna non viene rimossa totalmente e si sviluppa di nuovo;
- la lesione sospetta non viene sottoposta a esame istologico portando a una mancata o tardiva diagnosi;
- il medico interpreta male i risultati degli esami diagnostici, oppure campioni mal prelevati possono dare luogo a falsi negativi;
- il medico non segue le linee guida in materia e non applica tutti i protocolli diagnostici;
- ritardi nella refertazione possono far sviluppare ulteriormente la neoplasia.
Errata o tardiva diagnosi di melanoma: cosa fare
Una errata o tardiva diagnosi di melanoma può avere conseguenze gravi per il paziente. Se non viene diagnosticato, il melanoma può estendersi negli strati più profondi della pelle e intaccare anche altri organi.
Se scoperto tardivamente, i trattamenti oncologici per il melanoma sono più invasivi e si riducono le possibilità di guarigione e di sopravvivenza. Inoltre, viene violato il diritto all’autodeterminazione del paziente a cui viene negata la possibilità di conoscere il suo stato di salute e decidere come curarsi.
Ne consegue che anche un ritardo di un mese nella diagnosi, può giustificare una richiesta di risarcimento danni a causa della perdita di chance di sopravvivenza e per i danni materiali e morali subiti, determinati dall’aumento delle cure e dalla sofferenza patita.
Se anche tu hai ricevuto una diagnosi errata o tardiva di melanoma, potresti quindi avere diritto ad ottenere un risarcimento del danno subito. Dovrai dimostrare che l’accaduto è conseguenza di un errore del medico e per fare questo ti servirà il supporto di un medico legale e di un avvocato.
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