
Ti è capitato di chiederti se ciò che è successo durante un ricovero o un intervento sia stato davvero “solo una complicanza”? Hai avuto la sensazione che qualcosa non fosse stato fatto nel modo giusto, ma non sai come identificarlo o come dimostrarlo?
Quando si affronta un possibile caso di errore medico, la prima difficoltà per un paziente è capire che tipo di responsabilità potrebbe essersi verificata. Ed è qui che entrano in gioco tre termini fondamentali: imperizia, imprudenza e negligenza. Sono parole che compaiono nelle perizie medico legali, nelle relazioni dei consulenti e nelle sentenze, ma per chi non è del settore possono sembrare concetti tecnici lontani dalla realtà del vissuto. In realtà, riconoscere la differenza tra queste condotte è essenziale per capire se il danno subito poteva essere evitato, e quindi se esistono i presupposti per chiedere un risarcimento.
La legge, infatti, distingue chiaramente tra un sanitario che non applica le corrette competenze, uno che agisce con leggerezza e uno che trascura i controlli necessari. Ogni condotta ha un diverso peso nella valutazione della responsabilità medica e incide sulla possibilità di ottenere giustizia.
In questo articolo spieghiamo la differenza tra imperizia, imprudenza e negligenza, con un linguaggio semplice e orientato a chi vuole capire se e come far valere i propri diritti.
Quando si verifica un possibile errori medico, si tende spesso a parlare indistintamente di negligenza, imprudenza o imperizia. In realtà, questi termini indicano tre comportamenti diversi, tutti riconducibili a una condotta colposa che può causare danni gravi al paziente e comportare responsabilità sia civili che penali per il personale sanitario.
Nel diritto sanitario, queste condotte possono integrare reati come le lesioni colpose (art. 590 c.p.) o l’omicidio colposo (art. 589 c.p.), quando il comportamento del medico provoca un danno alla salute o il decesso del paziente senza intenzionalità.
Per questo motivo è fondamentale distinguere questi concetti, perché ognuno di essi incide in modo diverso sulla valutazione della responsabilità medica.
Vediamo nel dettaglio in cosa consistono:
Comprendere la differenza tra queste condotte è essenziale per ricostruire correttamente l’accaduto, individuare eventuali responsabilità e valutare se esistano i presupposti per chiedere un risarcimento.
Per capire se un errore medico possa davvero generare una responsabilità, è necessario comprendere cosa significhi “colpa” nel diritto sanitario. Questo termine non indica un comportamento intenzionale, ma una condotta non adeguata agli standard richiesti a un professionista che ha in cura la salute di un paziente.
Nel diritto, la colpa può assumere due forme:
Secondo l’art. 43 c. p., un reato non intenzionale come lesione o omicidio colposo da parte del personale medico si configura quando un paziente subisce danni o muore a causa di queste condotte. Il personale risponde di colpa generica se il danno deriva da imperizia, negligenza o imprudenza, e di colpa specifica se è causato dalla violazione di normative specifiche.
A questo punto è necessario distinguere le fattispecie in relazione al processo civile e penale.
In base alla Legge n.24/2017 Gelli-Bianco gli esercenti delle professioni sanitarie devono attenersi alle raccomandazioni previste dalle linee guida clinico-assistenziali e, in mancanza di queste, alle buone pratiche clinico-assistenziali.
Come accennato, secondo l’art 590 sexies c.p., il medico che agisce nel rispetto delle linee guida non può essere condannato per imperizia.
La giurisprudenza però è divisa. La Corte di cassazione nella sentenza n. 8770/2018 ha infatti stabilito importanti principi in materia decretando che:
Adesso che abbiamo illustrato cosa sono imperizia imprudenza e negligenza dandone la definizione puoi facilmente comprendere se queste fattispecie si adattano al caso di malasanità di cui sei stato vittima tu o un tuo familiare.
Se sei determinato ad avere giustizia, dovrai dimostrare che il medico è stato negligente, o che ha agito secondo imperizia o imprudenza, cagionandoti un danno.
Per dimostrare la correlazione tra danno subito e comportamento del medico dovrai sottoporre il tuo caso a un medico legale e a un avvocato: noi di Periplo Familiare possiamo aiutarti ad accertare la responsabilità medica e a far valere i tuoi diritti.
Siamo la prima associazione a tutela delle vittime di malasanità in Italia e ci occupiamo di tutti gli aspetti legati alla richiesta di risarcimento danni, accompagnando i nostri assistiti durante tutto l’iter legale e sostenendoli anche moralmente.
Contattaci per saperne di più e prenotare una consulenza gratuita.
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