Rallentano le richieste di risarcimento per malasanità

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Le richieste di risarcimento per malpratica sanitaria sono diminuite del 36%: appaiono quindi superate le difficoltà del 2021, anno tumultuoso per numero di incidenti e per concentrazione delle richieste di indennizzo.

 

AmTrust Assicurazioni, compagnia specializzata nelle soluzioni di malpractica in ambito medico e nelle coperture di responsabilità sanitaria in Italia, ha rilevato che nel 2022 le richieste di risarcimento hanno registrato un calo del 36% rispetto all’anno precedente. 

Vediamo di approfondirle insieme.

 

I dati 

Il rapporto è stato realizzato su un campione di dati raccolti dal 20 febbraio 2020 al 20 febbraio 2023 in 430 strutture sanitarie assicurate dalla compagnia, di cui l’80% pubbliche e il restante 20% private. Ogni struttura è stata interessata dalla gestione di pratiche per danni mortali, nel 44% dei casi di denuncia, per danni lievi nel 42% e per danni moderati nel 10%. 

La potenziale responsabilità sanitaria si è attestata all’86% dei casi.

Inoltre, le richieste di risarcimento per Covid hanno rappresentato l’1,37% di tutti i sinistri per malasanità. Nel complesso la compagnia comunica quindi che si è trovata a gestire il 36% di richieste in meno rispetto al 2021. 

Geografia e demografia delle richieste

Ma da dove arrivano e chi presenta le richieste di risarcimento? Nei tre anni presi in considerazione, la maggior parte delle richieste danni (il 46%) è arrivata dal Sud Italia. Al secondo posto si colloca il Nord Italia con il 38% delle denunce, mentre il restante 16% è partito dalle regioni del Centro Italia. 

Dal punto di vista demografico, le richieste di indennizzo si sono suddivise piuttosto equamente fra uomini (52%) e donne (48%), con un’incidenza prevalente per i soggetti rientranti nella fascia di età compresa fra 51 e 60 anni. Se consideriamo i soli decessi, invece, l’età media del sinistro aumenta a 71-80 anni per gli uomini e 81-90 anni per le donne, mentre si attesta a 61-70 anni per la particolare categoria degli operatori sanitari.

 

6 mesi di tempo

È invece di 6 mesi il tempo medio riscontrato sia per presentare la denuncia dell’evento (73%), sia per chiudere le pratiche avviate (93%). La velocità di chiusura delle cause si è rivelata strettamente correlata al basso seguito raggiunto dai procedimenti penali, che hanno interessato solo l’11% delle richieste di indennizzo. Tutto il resto, ossia la stragrande maggioranza dei casi (l’89%), si è invece tradotto in un’azione civile. 

L’analisi dei decessi
Un capitolo a parte è infine dedicato ai decessi. Come già accennato in apertura, il 44% delle richieste di indennizzo è legato a danni mortali. La stragrande maggioranza dei sinistri per decessi (il 96%) ha riguardato pazienti, mentre il restante 4% è risultato relativo a operatori sanitari. Per quanto riguarda quest’ultima categoria, è indicativo che la totalità dei decessi sia avvenuta nel 2020 con la prima terribile ondata pandemica, a testimonianza del fatto che all’epoca la patologia era praticamente sconosciuta, non erano state definite linee guide chiare e mancavano dispositivi di protezione individuale.

 

Conclusioni

Quindi le richieste di risarcimento danni legati alla malpratica in ambito medico e sanitario sembrano diminuire in modo significativo e per nulla marginale. Vedremo quale scenario si prospetterà in futuro, per ora il 36% in meno rispetto al 2021 è un dato su cui riflettere, anche in virtù di una pandemia sempre più lontana. 

Categorie:Risarcimenti
Tags:risarcimento

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