Tre volte in sala operatoria per un intervento di routine

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Emilia

La decisione di risolvere chirurgicamente un problema di reflusso e disfagia diventa un incubo.
La storia di Emilia.

 

Il fatto

Emilia ha 63 anni, tanti interessi e moltissime amicizie con cui condividerli.

La sua è una “bella vita”, soddisfacente e autonoma, a parte qualche disturbo da tenere sempre sotto controllo. Proprio per uno di questi una mattina si reca presso il policlinico della sua città, per risolvere un problema di reflusso gastroesofageo che già stava trattando da tempo con dei farmaci ma che, da qualche tempo, le stava provocando anche disfagia. Questa sopraggiunta difficoltà a deglutire, a dire il vero, stava preoccupando Emilia più del solito e stava interferendo con il suo quotidiano. Da qui, l’intenzione di risolverlo.

Per questo problema i medici propongono a Emilia un intervento di plastica dello iato diaframmatico, con cui costituire una barriera efficace tra stomaco ed esofago impedendo il passaggio inverso da stomaco a esofago e pertanto fermare il reflusso acido. Un intervento che, con le tecniche di oggi, è poco invasivo e con percentuali di riuscita altissime. 

Emilia decide quindi di sottoporsi all’intervento nel febbraio 2017, dopo cui segue un decorso nella norma per le prime due settimane.

È durante l’inizio della terza settimana post-intervento che Emilia inizia a stare male: lamenta un forte dolore nel punto dove è stato eseguito l’intervento. Difatti, un evidente rigonfiamento si è formato nella parte superiore della laparoscopia, tanto che è necessario un drenaggio e un ulteriore intervento chirurgico per la ricostruzione della parete addominale e per il posizionamento di una protesi. Emilia è sconvolta. 

Il secondo intervento viene eseguito ma per Emilia non è ancora finita. Un’infezione batterica dovuta proprio a questa nuova operazione, costringe i sanitari a sottoporla ad un terzo intervento chirurgico per la rimozione della protesi infetta a distanza di soli 8 soli mesi.

Emilia, dopo il terzo intervento torna a casa, ma non è più quella di prima: oltre a un importante danno estetico, dovrà eseguire continui controlli per scongiurare altri inconvenienti.

 

Il danno subito

Oggi la chirurgia laparoscopica consente una minore aggressività nell’affrontare un intervento operatorio addominale, e anche i tempi di recupero sono straordinariamente brevi. 

Ma per Emilia, quello che doveva essere un intervento risolutivo e poco invasivo, volto a  migliorare la sua qualità di vita ed a consentirle di non assumere più farmaci, si è invece rivelato disastroso, sia dal punto di vista fisico sia emotivo. Con noi, Emilia ha trovato la forza di denunciare per far valere i propri diritti, di paziente e persona. 

Oggi il quadro clinico migliora con il passare del tempo, ma le condizioni di salute necessitano di continui controlli a causa di frequenti raccolte infettive, presenza di laparocele oltre a un importante, quanto doloroso, danno estetico. 

 

Il risarcimento

La vertenza si è conclusa con una transazione intervenuta con l’assicuratore del policlinico e la liquidazione in favore di Emilia della somma di € 90.000,00.

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Tags:risarcimento ottenuto

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