Antibiotico-resistenza: il triste primato italiano con oltre 10mila decessi ogni anno

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I casi di antibiotico resistenza rappresentano un problema drammatico per l’Italia

L’antibiotico-resistenza è un fenomeno serio e preoccupante che si verifica quando i batteri sopravvivono e continuano a replicarsi anche assumendo un antibiotico potenzialmente efficace.

Nonostante si tratti di un evento naturale, perché i batteri da sempre sono abituati a sviluppare nel corso del tempo una resistenza agli antibiotici, questa loro capacità si è accentuata negli ultimi anni per via dell’utilizzo eccessivo e talvolta inappropriato di questi farmaci.

Il problema dell’antibiotico resistenza non solo ha cambiato la prognosi di numerose patologie infettive, ma ha messo a rischio anche la sicurezza di diverse procedure operatorie.

In base a un recente report si stima che nel 2050 le infezioni da batteri antibiotico resistenti potrebbero causare circa 10 milioni di decessi annui, superando le morti per tutte le altre cause, anche quelle derivate da incidenti stradali o tumori.

In questo articolo esaminiamo più nel dettaglio i dati circa la resistenza agli antibiotici e le sue conseguenze.

Resistenza agli antibiotici e conseguenze sui pazienti: alcuni dati

I dati allarmanti interessano tutti i paesi del mondo e, in Europa, l’Italia si distingue in negativo per il numero dei casi di resistenza all’antibiotico, pari a 300mila pazienti annui dei quali 7.000 arrivano al decesso, secondo quanto diffuso dal Comitato di studio per gli antimicrobici. Questi dati seguono quelli di una precedente indagine che presentata VII Congresso Internazionale AMIT in base alla quale, con oltre 10.000 decessi ogni anno, su un totale di circa 33mila in Europa, l’Italia ha conquistato il primo posto di una drammatica classifica per numero di morti causati da resistenza agli antibiotici.

I ricercatori dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss) evidenziano come le infezioni ospedaliere abbiano un’importanza anche rispetto ad altre malattie non infettive. Su 9 milioni di ricoveri in ospedale, ogni anno si riscontrano da 450mila 700mila casi, pari al 5-8 per cento di tutti i pazienti ricoverati: principalmente bambini e anziani.

Attualmente qualunque tipo di infezione, dalle più banali come semplici infezioni cutanee o urinarie, a infezioni gravi, quali polmoniti e sepsi, può essere causato da batteri antibiotico-resistenti. Sembra un paradosso, ma anche una persona che non ha mai preso antibiotici corre il rischio di avere un’infezione da batteri resistenti, soprattutto se si trova in ospedale o nelle altre strutture di assistenza sanitaria.

È infatti proprio all’interno delle strutture sanitarie che circolano i più forti batteri antibiotico-resistenti che complicano notevolmente il decorso delle infezioni correlate all’assistenza, contratte cioè in ambito assistenziale, negli ospedali o nelle strutture di lunga degenza.

Cos’è l’antibiotico-resistenza e quali sono le cause

Con il termine antibiotico-resistenza si intende la capacità di un batterio di resistere a un farmaco antibiotico. Questo tipo di resistenza può essere sia naturale (quando il batterio è naturalmente resistente ad un antibiotico), sia acquisita (quando un batterio si adatta a resistere ad un farmaco antibiotico mediante modifiche al proprio patrimonio genetico).

Gli antibiotici sono una risorsa molto importante per la salute poiché, a partire dalla loro scoperta, hanno contribuito in modo determinante a impedire la diffusione delle infezioni batteriche, riducendone al minimo le complicazioni gravi. Molte delle malattie che non erano curabili in un’epoca precedente all’uso degli antibiotici oggi lo sono facilmente.

Le cause della resistenza batterica agli antibiotici sono varie: indubbiamente l’iperprescrizione la fa da padrone, ma anche l’interruzione di una terapia antibiotica da parte del paziente perché clinicamente guarito, l’uso massiccio di antibiotici negli allevamenti intensivi di bestiame, pollame e prodotti ittici, la scarsa igiene personale e all’interno degli ospedali (questa è particolarmente rilevante in Italia, dove l’uso delle soluzioni alcoliche usate come detergenti risulta essere tra i più bassi dell’Unione Europea), la mancanza di nuovi antibiotici, più potenti e in grado di contrastare l’aggressione dei batteri più difficili da eradicare.

Resistenza agli antibiotici: cosa fare in caso di conseguenze gravi

Oggi l’antibiotico-resistenza è diventata una vera e propria priorità per la sanità pubblica a livello mondiale, non soltanto per le importanti implicazioni cliniche, ma anche per la ricaduta economica delle infezioni da batteri antibiotico-resistenti, le quali richiedono farmaci e procedure più dispendiose, comportano l’allungamento del periodo di degenza e possono causare forme di invalidità.
Per evitare casi di antibiotico-resistenza e creare di conseguenza situazioni di ingovernabilità delle infezioni, sia i pazienti che i medici possono fare molto. In primis:

  • I pazienti devono rispettare rigorosamente i giorni di assunzione dei farmaci come prescritto dal medico;
  • I medici devono evitare di prescrivere antibiotici quando non indicati o a utilizzare molecole inappropriate.

Troppe volte infatti si consigliano antibiotici in presenza di sintomi di infezioni, senza approfondire se queste siano di origine batterica o virale.

L’uso responsabile degli antibiotici quindi è uno dei fattori principali per la lotta all’antibiotico-resistenza.

Antibiotico-resistenza: è possibile richiedere un risarcimento in caso di infezione?

In ambito ospedaliero il ricorso scorretto o eccessivo di antibiotici può complicare il decorso delle infezioni correlate all’assistenza (ICA), contratte cioè in seguito al ricovero.

Le ICA in Italia sono circa 530mila ogni anno e interessano l’8% dei pazienti ricoverati in ospedale. Un terzo di queste è causato da un batterio antibiotico-resistente.

Per contrastare alcuni batteri prettamente nosocomiali come pseudomonas, klebsiella, acinetobacter, è necessario ricorrere ad antibiotici specifici individuati tramite antibiogramma, evitando quindi cure a largo spettro. L’approccio terapeutico va quindi ottimizzato e quando possibile, devono essere ridotte le permanenze ospedaliere, intensificando le operazioni di pulizia degli ambienti.

Se hai contratto un’infezione ospedaliera a causa di un batterio resistente agli antibiotici e hai riportato dei danni, potresti avere gli estremi per denunciare un caso di malasanità e chiedere un risarcimento danni. L’infezione potrebbe infatti derivare dalla scarsa pulizia degli ambienti, dal non rispetto dei protocolli igienici in sala operatoria, ed essere stata aggravata dalla prescrizione del farmaco sbagliato.

Per avere giustizia dovrai dimostrare l’eventuale responsabilità del medico o della struttura sanitaria nell’accaduto: se non sai come fare puoi rivolgerti a noi di Periplo Familiare, siamo la prima associazione per vittime di malasanità in Italia e il nostro staff medico-legale è pronto a valutare il tuo caso per assisterti al meglio.

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Categorie:Cure Mediche

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