
I test di diagnosi prenatale vengono effettuati dalle donne in gravidanza allo scopo di individuare difetti congeniti del feto durante la prima fase della gestazione.
La diagnosi genetica prenatale è finalizzata a evidenziare l’assenza o l’esistenza di condizioni che possono causare al nascituro invalidità permanenti, che necessitano di cure per tutta la vita e che comportano anche un disagio e un impegno finanziario per i genitori.
Da questa tipologia di test possono emergere situazioni di lieve o moderata entità, che possono quindi consentire al nascituro di avere una vita serena, seppur con le dovute cure, ma anche situazioni più gravi, come malattie o malformazioni altamente invalidanti che talvolta minano le possibilità di sopravvivenza del bambino.
In questo caso, proprio perché i test vengono effettuati nel primo trimestre, i genitori possono decidere per l’interruzione di gravidanza.
Un errore nell’interpretazione dei test genetici effettuati sul feto, o anche un ritardo nella diagnosi possono avere serie conseguenze per la salute del bambino e anche della madre che può avere problemi durante il parto.
L’omesso riscontro delle problematiche esistenti o una loro erronea interpretazione, può configurare il “danno da nascita indesiderata”, in quanto viene violato il diritto dei genitori di scegliere consapevolmente se interrompere o proseguire la gravidanza.
In base alla Legge del 22 maggio 1978 n. 194 sull’interruzione volontaria di gravidanza, è possibile interrompere la gestazione entro 90 giorni dal concepimento in presenza di anomalie del feto o dove sia messa in pericolo la salute fisica e psichica della madre o di entrambi i genitori.
Un errore nei test di diagnosi prenatale che porta il medico ad affermare in modo erroneo che il feto è sano, può portare alla nascita di un bambino con gravi malformazioni dando luogo a una situazione indesiderata dai genitori.
In tal caso, questi ultimi, o anche uno solo dei due, possono chiedere un risarcimento del danno subito poiché, ai sensi della Legge n.194, è stato violato il loro diritto di scegliere di interrompere la gravidanza.
Il risarcimento per una nascita indesiderata comprende anche le spese mediche che i genitori sono costretti, loro malgrado, ad affrontare per fornire le dovute cure a assistenza al figlio. La cifra viene stabilita dal giudice comparando le spese necessarie per crescere un figlio sano con quelle di cui invece necessita un figlio con una patologia invalidante.
Risarcibili sono quindi:
Ora che abbiamo chiarito cos’è la diagnosi prenatale, è facilmente comprensibile quale sia la sua rilevanza nel determinare il futuro del feto e dei genitori.
L’errore medico può essere imputabile a un ritardo diagnostico, a una errata interpretazione dei risultati degli esami, oppure alla mancata richiesta, da parte del medico, di far eseguire alla gestante ulteriori o più idonei esami diagnostici che avrebbero potuto evidenziare malformazioni del feto.
Se anche a te è stata negata la possibilità di scegliere se proseguire o meno una gravidanza, in quanto non è stata rilevata una malformazione del feto, hai diritto di avanzare una domanda di risarcimento dei danni subiti.
Dovrai dimostrare l’errore medico subito, fornendo idonea documentazione del caso e avvalendoti della consulenza di un medico legale e di un avvocato specializzato in casi di malasanità.
Se non sai come fare, noi di Periplo Familiare possiamo aiutarti. Siamo la prima associazione italiana per vittime di malasanità in Italia, da oltre 25 anni forniamo ai nostri clienti assistenza legale e supporto morale.
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