Errori medici: terza causa di morte negli USA

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Gli errori medici sono la terza causa di morte negli Stati Uniti, dopo le malattie cardiovascolari e il cancro si muore di errori legati ai medici, paramedici e personale infermieristico. 

Ebbene sì, se gli errori medici fossero una malattia occuperebbero il terzo posto di questa ingloriosa classifica che vede il cancro in cima nelle cause di morte dei paesi occidentali, in un nefasto testa a testa con le malattie cardiovascolari.

Secondo una analisi dell’Università di Baltimora solo negli solo negli Stati Uniti gli errori medici causano più 250mila morti l’anno su un totale di circa 2,6 milioni di decessi. 

Cosa si intende per errore medico

È bene intendersi sulla definizione di errore medico, che gli autori dello studio dell’università americana definiscono così: “Un atto terapeutico non intenzionale (azione od omissione) che non raggiunga il risultato preposto, un errore di esecuzione o di pianificazione della terapia o una deviazione dal programma di cura che possa causare o meno un danno al paziente”. 

Alcuni errori sono ovvi (per esempio la somministrazione di una terapia sbagliata, una trasfusione con gruppo sanguigno non compatibile, una diagnosi mancata a fronte di chiare evidenze diagnostiche). In molti casi, però, è difficile distinguere il singolo errore umano da una successione complessa di eventi che accompagna una malattia. Immaginiamo per esempio il caso di un paziente con numerose altre patologie fisiche o mentali, senza supporto familiare o economico, o di un ospedale con limitate risorse di mezzi e personale.

 

Quali sono le cause dell’errore?

A fronte di questa vera e propria emergenza sociale, lo studio americano ha individuato delle cause scatenanti alla base dell’errore medico. Tra queste, le principali sono legate alla sonnolenza, all’affaticamento e alle condizioni stressanti alle quali gli operatori sanitari sono esposti. Uno dei principali fattori alla base della sonnolenza e della fatica dipende dalle turnazioni su 24 ore. 

Come sappiamo o immaginiamo, il lavoro notturno altera il nostro ritmo sonno-veglia, e se è vero che alcune attività lavorative necessitano di essere svolte sulle 24 ore, dobbiamo però utilizzare contromisure per prevenirne le conseguenze.

 

Il lavoro notturno

In un altro studio americano appena pubblicato, che prende in osservazione il personale infermieristico, i risultati indicano che durante il turno notturno (confrontato con quello mattutino e pomeridiano) si registra un’aumentata sonnolenza e un incremento del senso di fatica. 

Questi due peggioramenti si associano ad un abbassamento del livello dell’attenzione degli infermieri durante il lavoro. Pertanto il deterioramento dell’attenzione si spiega principalmente con l’aumento della sonnolenza notturna che a sua volta, potrebbe essere alla base degli errori medici.

 

Cosa fa l’America?

L’America ha messo in campo delle contromisure per ridurre affaticamento e la sonnolenza del personale medico e infermieristico e combattere gli errori medici che possono conseguirne. 

Tra questi, la riduzione del numero di ore dei turni notturni, che sta già dimostrato la sua efficacia e soprattutto l’esposizione alla fototerapia. L’esposizione a luce intensa è a tutt’oggi il trattamento più diffuso per i disturbi del ritmo circadiano (sonno-veglia).

Il principio di questo trattamento è il seguente: la luce alla quale i soggetti vengono esposti simula l’illuminazione naturale esterna (solare) agendo sul cervello e producendo un effetto sia sull’umore sia sul ritmo sonno-veglia, “sincronizzando” il soggetto sulla veglia. 

 

Anche se non parliamo della nostra Italia, questa notizia ci porta a riflettere. 

È difficile accettare che gli errori nella pratica medica costituiscano la terza più frequente causa di morte in America. D’altra parte, lo svolgimento di attività sulle 24 ore è una caratteristica sempre più diffusa e anche inevitabile per certe professioni. Altrettanto inevitabili sono però le conseguenze su quella che viene chiamata la “sindrome dei turnisti”. 

È compito della ricerca documentare i fattori che sono alla base di questa vera e propria malattia sociale. Ma ancora di più è compito della ricerca scientifica e delle istituzioni, sviluppare dei trattamenti correttivi, delle contromisure efficaci che riducano questo elevato e inaccettabile costo umano e sociale.

Categorie:Casi di Errori Medici

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