Malformazione del feto: cosa fare in caso di mancata diagnosi prenatale?

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mancata diagnosi prenatale

Mancata diagnosi prenatale: cos’è e quando si può chiedere un risarcimento

Le donne in stato interessante si sottopongono a numerosi controlli per monitorare lo stato della gravidanza e la salute del feto. Nonostante questo, si registrano non di rado casi di mancata diagnosi prenatale in cui il medico avrebbe dovuto evidenziare la presenza di malformazioni del feto che invece vengono ignorate o non riconosciute.

L’omesso riscontro di tali problematiche nel corso degli accertamenti pre-parto può configurare il cosiddetto “danno da nascita indesiderata”. Tale danno è suscettibile di risarcimento e può verificarsi, seppur raramente, anche in caso di un intervento di interruzione della gravidanza non riuscito.

Scopriamo, allora, quando si può parlare di danno per mancata diagnosi prenatale e come ottenere un risarcimento.

In cosa consiste la diagnosi prenatale e perché è importante

Prima di fare luce sulle conseguenze di una mancata diagnosi prenatale è utile comprendere in cosa consiste questa procedura. Per diagnosi prenatale, si intende una serie di esami e di indagini strumentali e di laboratorio il cui scopo è monitorare lo stato di salute del feto, dallo sviluppo dell’embrione fino al parto.

Tali controlli consentono di rilevare l’eventuale presenza di malattie e condizioni patologiche che possono causare problemi durante e dopo la nascita.

Alcune di queste problematiche sono curabili, ma altre, come le malformazioni del feto, non sempre lo sono. Per questo, la diagnosi prenatale è fondamentale per sapere sin da subito se è possibile intraprendere percorsi di cura e quali, ma anche per permettere ai genitori di effettuare una scelta informata e consapevole sul proseguimento della gravidanza.

Mancata diagnosi prenatale: cosa dice la Legge 194 sull’interruzione di gravidanza

In base al codice di deontologia medica, il medico è tenuto a informare il paziente in merito al suo quadro clinico, fornendo tutti i dati necessari per consentirgli di prendere una decisione libera e consapevole.

In tal senso, una mancata diagnosi prenatale assume rilevanza a livello legale in quanto correlata con la Legge n.194 del 22 maggio 1978 sull’interruzione volontaria di gravidanza.

La stessa, introduce infatti la possibilità di interrompere la gravidanza entro il termine dei 90 giorni dal concepimento, laddove il proseguimento della gestazione può causare danni alla salute fisica e psichica della madre o di entrambi i genitori, tenendo conto di una serie di variabili tra cui le condizioni sociali e familiari, le circostanze del concepimento e, soprattutto, la presenza di anomalie o malformazioni nel feto.

Cosa comporta la mancata diagnosi di malformazione del feto

Una mancata diagnosi prenatale o una diagnosi tardiva in cui si evidenziano patologie o malformazioni a carico del feto oltre il termine dei 90 giorni, possono portare a una nascita indesiderata per la quale è possibile richiedere un risarcimento. I genitori, infatti, possono dimostrare che, se fossero stati correttamente informati, avrebbero potuto scegliere l’interruzione della gravidanza avvalendosi della Legge n.194 appena citata.

La richiesta di un risarcimento dovuto a errore medico, nel caso specifico della mancata diagnosi prenatale, può essere avanzata anche dal padre, in quanto titolare di diritti e doveri legati alla procreazione responsabile e cosciente.

Una volta concesso, l’ammontare del risarcimento per nascita indesiderata comprende anche le spese da affrontare per il mantenimento del figlio in base a una comparazione media tra le spese che si sostengono per mantenere un figlio sano e un figlio che necessita di assistenza o cure.

Quali sono i danni risarcibili per mancata diagnosi prenatale?

Come abbiamo appena visto, quindi, la mancata diagnosi prenatale viola il diritto a una corretta informazione, costituendo il presupposto per avanzare una richiesta di risarcimento.

Se a causa dell’errore medico viene meno per i genitori la possibilità di conoscere lo stato di salute del feto e di valutare consapevolmente l’eventuale interruzione della gravidanza, la nascita di un neonato affetto da patologie o malformazioni gravi configura 3 possibili danni:

  1. il danno morale, che considera le conseguenze sulla salute psichica dei genitori;
  2. il danno patrimoniale, legato ai maggiori oneri per il mantenimento, la cura e l’assistenza del figlio;
  3.  il danno per la mancata autodeterminazione del paziente.

A chi rivolgersi per ottenere un risarcimento dei danni?

Se anche tu hai portato a termine una gravidanza senza conoscere lo stato di salute del feto e ti è stata negata la possibilità di scegliere se interromperla quando era ancora possibile, noi di Periplo Familiare siamo pronti a sostenerti per far valere i tuoi diritti.

Siamo la prima associazione italiana per vittime di malasanità e, rivolgendoti a noi, avrai a disposizione un team di professionisti medico-legali che analizzerà il tuo caso, valutando la sussistenza di responsabilità medica. Una volta accertato il danno, procederemo con le dovute indagini e accompagneremo te e la tua famiglia durante tutto l’iter legale per la richiesta di risarcimento.

Contattaci per ricevere maggiori informazioni o per una consulenza gratuita.

Categorie:Casi di Errori Medici

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