Sovradosaggio di ossitocina nel parto: danni e diritto al risarcimento

Quali possono essere le conseguenze di un dosaggio sbagliato di ossitocina nel parto 

L’ossitocina è un ormone naturale prodotto dal nostro organismo, fondamentale durante il travaglio perché stimola e regola le contrazioni uterine, favorendo la dilatazione del collo dell’utero e la nascita del bambino. Tuttavia, può accadere che, durante il travaglio, la produzione naturale di ossitocina non sia sufficiente a garantire contrazioni regolari: in questi casi, il personale sanitario può decidere di somministrare l’ormone per via endovenosa al fine di indurre o accelerare il parto. Si tratta di una pratica consentita, ma che deve essere gestita con particolare prudenza e sotto costante monitoraggio medico. 

La somministrazione di ossitocina durante il parto, infatti, aumenta la frequenza e l’intensità delle contrazioni uterine, e un dosaggio errato può comportare rischi significativi per la madre e per il feto. Per questo motivo, la legge impone al personale sanitario un dovere di diligenza: il medico deve valutare attentamente le condizioni della paziente, adeguare la dose in modo graduale e intervenire tempestivamente in caso di segni di sofferenza o eccessiva stimolazione. Quando la somministrazione non è correttamente controllata o il dosaggio viene aumentato senza monitoraggio adeguato, può configurarsi una responsabilità medica 

Vediamo, insieme, quando la paziente o i familiari hanno diritto a chiedere un risarcimento per i danni subiti, dimostrando che l’errore poteva essere evitato con un’adeguata attenzione e vigilanza. 

Quando può configurarsi responsabilità medica? 

Il parto indotto con ossitocina necessita di un’attenta gestione ospedaliera: la legge impone al personale sanitario un obbligo di vigilanza continua, poiché la somministrazione di questo farmaco deve avvenire sotto stretto controllo medico, monitorando costantemente la risposta della madre e del feto.  

La somministrazione di ossitocina nel partoè utile, ma non ha un effetto identico su tutte le pazienti e non esistono strumenti in grado di misurarne con precisione l’impatto sull’utero: per questo motivo, ogni aumento del dosaggio deve essere valutato con prudenza e solo dopo aver osservato gli effetti della somministrazione iniziale.  

Se il personale decide di somministrare ulteriori dosi senza rispettare i tempi di attesa o senza verificare la tolleranza della paziente, si può parlare di condotta imperita o imprudente, che può causare danni gravi. Tra le conseguenze più comuni vi sono il peggioramento del quadro materno, sofferenza fetale o lesioni neurologiche al neonato, che nei casi più gravi possono tradursi in danno permanente o disabilità.  

Allo stesso modo, protrarre il travaglio anziché procedere tempestivamente con un parto cesareo d’urgenza può rappresentare un errore di valutazione clinica e comportare responsabilità della struttura sanitaria.  

Errori possibili nella somministrazione di ossitocina nel parto 

L’ossitocina può avere effetti collaterali anche gravi solo quando viene utilizzata nella sua forma sintetica. Nel caso in cui l’ossitocina nel parto venga somministrata in dosi errate, o in assenza di un adeguato monitoraggio, possono insorgere conseguenze gravi sia per la madre che per il bambino. 

Le lesioni al bambino possono riguardare: 

  • danni al cervello; 
  • asfissia perinatale; 
  • encefalopatia ipossico-ischemica; 
  • lesioni traumatiche; 
  • paresi cerebrale; 
  • ipertensione: 
  • bradicardia; 
  • tachicardia; 
  • aritmia cardiaca; 
  • convulsioni neonatali; 
  • basso indice Apgar; 
  • emorragie della retina; 
  • tetraparesi spastica; 
  • ittero; 
  • decesso. 

Un uso improprio di ossitocinao il suo dosaggio errato, possono causare danni alla placenta, ostacolando la capacità di apportare ossigeno al feto. Questo avviene perché contrazioni troppo ravvicinate tra loro rallentano o bloccano il flusso di sangue che trasporta ossigeno. Le conseguenze di questa situazione sono ovviamente molto gravi arrivando persino al decesso del bambino. 

Un sovradosaggio di ossitocina può causare danni gravi anche alla partoriente, tra cui: 

  • lacerazione dell’utero; 
  • emorragia post- partum; 
  • tachicardia, bradicardia, contrazioni ventricolari premature, aritmie; 
  • emorragia subaracnoidea (tra le membrane del cervello); 
  • ipotensione o ipertensione; 
  • shock anafilattico; 
  • ematoma pelvico.  

A chi rivolgersi nel caso di dosaggio errato di ossitocina? 

Come abbiamo visto, si dovrebbe ricorrere al parto indotto con ossitocina solo in casi d’emergenza mentre il farmaco è controindicato quando si manifestano emergenze ostetriche, vi è un prolasso del cordone ombelicale, la posizione fetale è sfavorevole, vi sono problemi all’utero o cicatrici uterine da parto cesareo. 

Se tu o tuo figlio aveste subito delle lesioni a causa di un dosaggio errato di ossitocina, potrebbe essere possibile avanzare una domanda di risarcimento danni. 

Per fare questo è necessario accertare se lo staff medico ha rispettato i protocolli e se ha eseguito monitoraggi fetali costanti fornendo l’assistenza necessaria. 

Se non sai come fare, noi di Periplo Familiare possiamo aiutarti. 

Siamo la prima associazione per vittime di malasanità in Italia, da più di 25 anni difendiamo i diritti dei pazienti che sono stati vittime di errori medici. 

Il nostro staff di medici legali e avvocati è pronto a valutare il tuo caso: contattaci per richiedere una consulenza gratuita.  

 

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