Una vita che inizia con il peso della malattia, una fine dolorosa per cui chiedere giustizia

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La vita di Ilaria è sempre stata una battaglia. Appena nata, ha dovuto confrontarsi con una malattia genetica rara e con tutte le asprezze che una simile condizione comporta.
A soli 24 anni si è trovata ad affrontare la sua prova più difficile e, nonostante abbia lottato con tutta sé stessa, un grave errore medico è stato più forte.
Una storia drammatica a cui abbiamo reso giustizia.

 

IL FATTO 

La vita di Ilaria inizia da subito con una grave diagnosi di cui dover portare il peso per sempre. 

I medici le diagnosticano infatti la sindrome di Apple Peel, una malattia genetica rara che colpisce l’intestino. Per la famiglia è uno shock.

Appena nata, viene sottoposta a due interventi chirurgici e, per molto tempo, resta in ospedale: luci al neon, odore di disinfettante, camici bianchi, sarà questa la sua vita per mesi.

Poi le cose vanno avanti, con altri interventi e innumerevoli difficoltà, che richiedono quella dose di coraggio e speranza che i genitori conoscono bene e a cui devono necessariamente aggrapparsi.

Ilaria cresce, diventa una ragazza, fino al giorno in cui deve tornare in ospedale per sottoporsi a una delicata operazione. Come se non bastasse, l’aspetta un’altra sfida: un tumore del nervo cranico le ha ridotto l’udito oltre ad averle provocato la paresi delle mani e della gamba destra. 

Il 30 novembre 2015, Ilaria entra in sala operatoria per un intervento che durerà 9 ore.

L’operazione sembra andata bene, purtroppo invece, un altro macigno colpirà la sua vita e quella della sua famiglia. Il 6 novembre Ilaria ha la febbre altissima. 

Dopo una visita, il fisiatra constata come tutto il lato sinistro della giovane sia immobile. 

L’8 novembre la ragazza va in coma, con un profondo edema cerebrale e una grave insufficienza respiratoria. Viene trasportata in rianimazione ma, nonostante gli sforzi, non ce la farà.

Ilaria muore a 24 anni, dopo aver affrontato ogni singolo giorno della sua vita come una battaglia. Essere stata una combattente, purtroppo, non l’ha salvata da un errore medico.

 

IL GIUDIZIO

Il papà e la mamma di Ilaria sporgono denuncia nei confronti dell’azienda ospedaliera. 

Viene acquisita la cartella clinica e altra documentazione determinante a fini del giudizio. 

Dagli atti emerge la comprovata necessità dell’intervento chirurgico, correttamente eseguito, la presenza del consenso informato e tutta la documentazione sanitaria adeguatamente compilata e firmata.

Nel referto del 6 novembre 2015, risulta però la presenza di un’infezione da stafilococco, un massiccio edema cerebrale e una grave insufficienza respiratoria che condurrà Ilaria ad uno stato irreversibile di coma, fino al decesso avvenuto in data 10 novembre. Le complicanze ascrivibili alla morte della giovane sono riconducibili a uno stato infiammatorio tipicamente associato a procedure mediche contaminate e pertanto a un gravissimo errore medico. 

La struttura ospedaliera sostiene di aver eseguito correttamente l’intervento chirurgico e la successiva assistenza intensiva, esponendo la ragazza al minor rischio possibile di complicanze post-operatorie. In più, l’ospedale dichiara che l’infezione era stata ricercata precocemente dai medici del reparto e che la terapia impostata al momento del peggioramento era stata tempestiva.

LA SENTENZA

Il Tribunale Civile ha stabilito che il comportamento dei sanitari sia prima che durante l’intervento, per quanto riguarda l’aspetto chirurgico, è stato ineccepibile. 

Di converso appare condannabile la condotta tenuta dai medici nel decorso post-operatorio: essendo le cause del decesso strettamente connesse alla compromissione multi organo conseguente alla grave infezione da batteri riconducibile all’ambiente ospedaliero (infezione correlata all’assistenza nosocomiale).

Il Tribunale dichiara la responsabilità professionale dell’Azienda ospedaliera, condannandola a rifondere ai genitori sia i danni da loro subiti in proprio per la grave sofferenza patita (euro 300.000,00 ciascuno), sia  quelli subiti dalla figlia durante il ricovero e trasmessi ai genitori quali eredi ( euro 10.000,00 ciascuno).

Categorie:Casi di Errori MediciResponsabilità MediciStorie di Malasanità
Tags:errore struttura sanitaria

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