
Un incidente, un malore improvviso, l’aggravarsi di una patologia: i motivi che spingono le persone a recarsi d’urgenza presso un ospedale possono essere diversi e in base a questi viene regolamentato il sistema di accoglienza che tiene conto della gravità delle condizioni di salute.
Nonostante il tempo massimo di attesa al pronto soccorso sia definito per legge, le notizie di cronaca riportano spesso casi di persone sofferenti costrette ad attendere ore su una barella prima di incontrare un medico.
Le cause di questo disservizio, che grava sulla salute dei cittadini, possono essere carenze di personale, negligenza nel seguire i protocolli di accoglienza, un’errata valutazione della condizione clinica del paziente.
Sappiamo che in molti casi è la tempistica delle cure a determinare la guarigione di un paziente: se il tempo massimo di attesa al pronto soccorso non viene rispettato possono insorgere criticità gravi che rischiano di compromettere il suo stato di salute causando anche danni anche permanenti.
In casi simili, per capire se vi sono responsabilità a carico personale o della struttura sanitaria, è necessario sapere quali sono effettivamente i tempi di attesa da rispettare secondo la normativa vigente.
Il triage al pronto soccorso è il meccanismo che regola il sistema di accoglienza e si concretizza in una rapida valutazione clinica del paziente che avviene al momento dell’arrivo, al fine di definire la gravità della situazione e assegnare di conseguenza un codice di priorità che determina il tempo di attesa.
La priorità nell’accesso alle cure è determinata dagli infermieri al momento dell’arrivo del paziente in base a:
In base alle nuove linee guida del triage, è stato abbandonato il vecchio sistema basato sull’assegnazione di un colore in favore di un sistema di codifica che indica 5 codici numerici di priorità, ma le Regioni in autonomia possono decidere di mantenere e associare anche il codice colore.
Il tempo massimo di attesa al pronto soccorso varia in base al codice numerico, in cui 1 rappresenta l’urgenza e il 5 il caso meno grave. L’attesa contemplata va quindi dall’immediato al tempo massimo di 240 minuti.
In caso le tempistiche di attesa non vengano rispettate e il paziente subisca un ritardo delle cure che determina un peggioramento delle sue condizioni di salute, è possibile denunciare l’accaduto per accertare se vi siano stati errori di valutazione al pronto soccorso.
Se pensi che le tue condizioni di salute siano peggiorate a causa della lunga attesa al pronto soccorso potresti aver diritto ad un risarcimento del danno. Per far valere i tuoi diritti puoi rivolgerti a noi di Periplo Familiare, siamo la più grande associazione italiana a tutela delle vittime di malasanità: da oltre 25 anni aiutiamo i pazienti a ottenere giustizia, sostenendoli legalmente e anche moralmente.
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