E se genitori e figli minori non sono d’accordo sulla vaccinazione anti Covid?

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Con l’apertura ai minori della campagna vaccinale contro il Covid-19, ecco affacciarsi nuovi dubbi: che fare se genitori e figli non sono d’accordo sul vaccino? A chi spetta l’ultima parola?

 

Quante volte ci sarà capitato in adolescenza di essere in disaccordo con i nostri genitori. Oggi, per gli adolescenti 2021, c’è un altro tema su cui “scontrarsi” con i propri familiari: il vaccino contro il Covid-19.

Con l’estensione della campagna vaccinale anche ai minori, si stanno verificando infatti episodi di conflitto familiare tra genitori e figli proprio sulla vaccinazione. Sta capitando sempre più spesso che i figli minori si vogliano vaccinare e che i genitori non siano d’accordo. 

Il tema oltretutto è particolarmente delicato poiché gli adolescenti sono quelli che hanno patito più di tutti, in questo anno e mezzo di pandemia, le limitazioni connesse alla salvaguardia della salute. In particolare, i ragazzi hanno saltato un passaggio essenziale della loro crescita perché è stata negata la socialità e la condivisione che sono aspetti fondamentali per lo sviluppo della loro personalità. Dunque, per molti adolescenti la vaccinazione rappresenta non solo la possibilità di recupero della propria normalità, ma anche un gesto di responsabilità sociale.

Ma chi decide se un minorenne deve essere vaccinato? Il minore ha voce in capitolo nella scelta? Che succede in caso di contrasto tra genitori e figli?

 

Chi decide sul vaccino?

Innanzitutto, va precisato che il vaccino non è un obbligo, con la conseguenza che la scelta è rimessa all’autonomia individuale e familiare. Di regola la scelta di vaccinare un minore deve avere il consenso di entrambi i genitori: si tratta di una decisione che riguarda la salute e come tale deve essere esercitata congiuntamente da coloro che esercitano la responsabilità genitoriale. 

Questo vale sia per le famiglie nelle quali i genitori sia coniugati, conviventi o legalmente separati o divorziati. In caso di assenza dei genitori dovrà essere nominato un tutore che assumerà nell’interesse del figlio questa decisione.

Naturalmente, trattandosi di trattamento sanitario, si dovrà assumere un consenso informato vero e proprio in cui il minore dovrà partecipare, in linea di principio alla decisione.

Il grado di coinvolgimento nella decisione e il valore dell’opinione espressa dal minore varierà in dipendenza dell’età dello stesso e del suo “effettivo grado di discernimento”. 

Detto questo quindi, il modulo per il consenso informato da consegnare al medico dovrà essere sottoscritto dai genitori auspicabilmente in presenza del figlio che dovrà essere d’accordo.

 

Tribunale dei minori

In tutte le ipotesi di contrasto, sia tra genitori (siano essi sposati o separati/divorziati) che con il figlio, il conflitto, se non riesce a risolversi all’interno della famiglia deve essere risolto con Ricorso al Tribunale per i Minorenni. Ma vediamo nello specifico.

Se è il minore a volersi vaccinare ma i genitori non sono d’accordo?

Ecco, questa questione è molto complessa perché il nostro ordinamento non dispone di strumenti di tutela giuridica direttamente azionabili dal minore, nel senso che il minore, da solo, non può recarsi in tribunale. 

Quindi, in assenza di strumenti diretti, una strada percorribile è quella dell’istituto scolastico o altra istituzione vicina al minore che potrebbe attivare i Servizi sociali territoriali per avviare un ricorso in Tribunale. Analogamente la procedura potrebbe essere attivata rivolgendosi al Garante dell’infanzia e dell’adolescenza. Un’altra modalità potrebbe essere quella di recarsi presso l’Ufficio Interventi Civili della Procura minorile che può permette l’apertura di un procedimento presso il Tribunale dei Minori che, a sua volta, nominerà un curatore speciale che sosterrà il minore contro i genitori. Per quanto il percorso possa sembrare piuttosto lineare, rivolgersi ad una Procura è sicuramente complesso per un ragazzo/a. In tutti i casi solo il giudice può risolvere il conflitto.

 

E il giudice “chi ascolta”?

L’orientamento della giurisprudenza sulle vaccinazioni (obbligatorie o non) è nel senso che dove vi sia un concreto pericolo per la vita o la salute del minore (per la gravità e la diffusione del virus) e vi siano dati scientifici concordati che quel determinato trattamento sanitario risulta efficace, il giudice potrà “sospendere” momentaneamente la capacità del genitore contrario al vaccino. 

E ciò vale a prescindere dal fatto che i genitori stiano insieme o siano separati/divorziati. 

In altre parole, il giudice ritiene più corretta la scelta del genitore conforme alla legge e all’opinione scientifica “largamente dominante”. 

 

Conclusioni

Sempre più di frequente sta succedendo che i figli minori si vogliano vaccinare e i genitori non siano d’accordo. Vari i motivi, non necessariamente l’ostilità alla vaccinazione tout court, magari anche solo la constatazione del fatto di sottoporre i figli ad un vaccino per un virus per loro molto meno rischioso di quanto non lo sia per gli adulti. C’è però da considerare sia il tema della tutela della collettività sia che i ragazzi, ognuno con il proprio caso, vadano sempre ascoltati.

E che spesso, per sanare i conflitti, occorra il “giudizio” di un giudice.

 

Categorie:Covid-19
Tags:vaccino ai minori

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