Errore medico, un fenomeno mondiale

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Sono più di 138 milioni i pazienti che ogni anno restano vittime di errori dei medici. Gli esperti spiegano: i sistemi sanitari non sono progettati per affrontarli.

Numeri che fanno spavento, quelli forniti dall’Oms (l’Organizzazione Mondiale della Sanità), si tratta infatti di oltre 138 milioni di persone che ogni anno sono vittime di errori medici.

I membri dell’Organizzazione parlano infatti di “tragedia globale” e aggiungono che occorre con urgenza sensibilizzare i professionisti coinvolti perché il problema rischia di aggravarsi ulteriormente.

La negligenza medica (che può andare dagli errori nelle diagnosi a quelli nelle prescrizioni e nei trattamenti, fino alla somministrazione inappropriata dei farmaci) è un problema reale che deve assolutamente essere affrontato con un piano programmatico a livello mondiale. Periplo familiare ascolta tutti i casi di malasanità in tutta Italia, da Roma a Milano.

Ma perché si verifica l’errore?

“Ovviamente non c’è un unico motivo”, spiega il Direttore generale dell’Oms, “Ciò che però è importante sottolineare è che, di fondo, questi errori si verificano perché i sistemi sanitari non sono progettati in modo adeguato per affrontarli e imparare da essi”. 

Da alcune ricerche svolte negli ultimi anni è infatti emerso come molte strutture mediche si arrivi a nascondere molti casi di malasanità, impedendo quindi di prendere provvedimenti per assicurarsi che tali errori non si ripetano più in futuro.

L’importanza della sicurezza e del ruolo “positivo” dell’errore è affermata con chiarezza anche dal Codice di Deontologia Medica, che impone al medico “la rilevazione, segnalazione e valutazione degli errori al fine del miglioramento della qualità delle cure”. 

L’Oms rivela inoltre che quattro pazienti su dieci vengono “danneggiati” durante le cure primarie e ambulatoriali. Fra i casi più frequenti e preoccupanti vi sono appunto quelli in cui si verifica una scorretta somministrazione di farmaci, errori nelle trasfusioni di sangue e negli esami, o in casi più drammatici anche l’asportazione di un arto sbagliato o interventi chirurgici eseguiti in parti sbagliate del cervello.

Le cause di questo tipo di errori medici sono generalmente la stanchezza, l’affollamento, la carenza di personale, la poca formazione e le informazioni sbagliate date ai pazienti. 

E, secondo gli esperti, tra i fattori più importanti vi sono senza dubbio la mancanza di una chiara gerarchia in alcuni ospedali e l’insufficiente comunicazione tra i membri del personale in merito alle cure.

Pensiamo solo che questo tipo di errori “da farmaco/terapia” causano almeno una morte al giorno e danneggiano circa 1,3 milioni di persone l’anno nei soli Stati Uniti. L’Oms ha attivato a questo proposito dei programmi per migliorare il modo in cui i farmaci e le terapie vengono prescritti, distribuiti e consumati, e al tempo stesso rendere più consapevoli i pazienti dei rischi associati ad un uso improprio dei farmaci. Ha redatto linee guida e sviluppato strategie perché il processo di prescrizione, somministrazione, monitoraggio e uso abbia al centro la sicurezza del paziente in tutte le strutture sanitarie.

E quanto costa l’errore?

A parte il costo umano, che dai dati è sconcertante, a livello globale, il costo economico degli errori commessi durante le cure ai pazienti è stato stimato intorno ai 42 miliardi di dollari l’anno, pari all’1% della spesa sanitaria totale. “Noi tutti – ha detto il direttore generale dell’Oms – ci aspettiamo di essere aiutati e non danneggiati nel momento in cui riceviamo delle cure”. Non solo, “gli errori terapeutici mettono a dura prova i bilanci della sanità. Prevenire gli errori può salvare vite e far risparmiare denaro”.

Solo in Italia vengono spesi ogni anno 22,5 miliardi di euro per rimediare agli errori medici (Report Mondiale 2018 sulla Qualità dei Servizi). 

Per concludere un tema così complesso non possiamo però non soffermarci su un aspetto importante ma spesso trascurato: ovvero che la gestione dell’errore è un’attività professionale in senso stretto, e cioè, laddove si verifica l’errore, questo non solo dev’essere dichiarato ma anche oggetto di analisi sia da parte della struttura sanitaria, sia del sistema sanitario locale e regionale. Dev’esserci pertanto analisi e condivisione dei fatti accaduti affinché tutti i professionisti possano imparare dall’errore e partecipare alle misure per prevenirlo, come l’attività medica richiede.

Categorie:Casi di Errori Medici

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