Farmaci di automedicazione: consumi in crescita ma attenzione agli eccessi

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Dopo un biennio di consumi in diminuzione, gli italiani spendono di più nell’automedicazione. Ma attenzione agli eccessi.

Secondo i dati di Assosalute (Associazione nazionale farmaci di automedicazione), dopo un biennio di consumi in diminuzione, il mercato dell’automedicazione mostra segnali di ripresa “grazie/per colpa” della maggiore diffusione delle sindromi influenzali e da raffreddamento nel corso della stagione influenzale 2017/2018.

L’andamento dei consumi conferma come il mercato dei farmaci senza obbligo di ricetta sia strettamente collegato alla stagionalità e quanto, più in generale, sia determinato dalla comparsa di specifici disturbi. Inoltre nei consumi si segnala una diversa propensione alla spesa tra il Nord e il Sud del Paese e una netta differenza rispetto a quanto avviene in molti Paesi europei, dove il consumo è di gran lunga maggiore.

Cosa sono i farmaci di automedicazione?

I farmaci di automedicazione sono quei farmaci non soggetti a prescrizione medica e comprendono due categorie: SOP e OTC. I SOP (farmaci senza obbligo di prescrizione) possono essere acquistati dietro consiglio del farmacista mentre gli OTC (da “Over The Counter”, letteralmente “sopra al banco” in inglese) sono quei farmaci che possono essere presi autonomamente dallo scaffale o bancone della farmacia, parafarmacia e supermercato.

I medicinali da banco (OTC) soprattutto, sostengono la salute dei singoli e possono dare un contributo importante anche alla sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale. 

Resta però fondamentale un allineamento del mercato dell’automedicazione italiano a quello europeo e soprattutto, un insieme di azioni volte all’informazione ed educazione a una corretta gestione dell’autonomia in tema di salute e benessere. 

Questo comporta un investimento, sia economico sia sociale, per promuovere le caratteristiche distintive dei farmaci OTC rispetto agli altri prodotti per la salute presenti in farmacia.

 

Quali farmaci “consumiamo” di più?

Gli antinfiammatori non steroidei (i cosiddetti Fans), comune come ibuprofene, naproxene, nimesulide (antinfiammatori, analgesici, antipiretici) sono tra i farmaci più utilizzati in Italia. Venduti senza ricetta e preziosi contro il dolore, se consumati in modo prolungato possono mettere a rischio la nostra salute. I loro effetti collaterali sull’apparato gastrointestinale sono già noti da tempo, mentre le conseguenze del loro abuso sul sistema cardiovascolare lo sono meno. Per questo è importante parlarne.

 

Siamo troppo “fans” dei Fans

In Italia l’abuso di antidolorifici è un problema molto serio, siamo una delle nazioni che ne fanno maggiore utilizzo, e la ragione è legata all’invecchiamento della popolazione. Grazie ai progressi della scienza e della tecnologia infatti oggi si vive più a lungo, ma più passano gli anni e più si va incontro naturalmente allo sviluppo di dolori. Che siano cartilaginei o dovuti all’artrosi, una delle soluzioni più facili per attenuarli è assumere antinfiammatori.

 

E le conseguenze?

I Fans sono farmaci ottimi se utilizzati in modo appropriato, ma la loro assunzione continua e scorretta può portare a conseguenze serie perché indeboliscono il tessuto interno di vene e arterie, a stretto contatto con il passaggio del sangue, rendendolo meno capace di vasodilatarsi e di rispondere allo stress a cui è sottoposto. 

Tutti dobbiamo quindi utilizzarli con molta attenzione. Sia le persone in buono stato di salute, sia chi ha già problemi di natura cardiovascolare come, per esempio, chi in passato è stato sottoposto a un intervento di angioplastica, stent, o più semplicemente soffre di ipertensione.

Questi farmaci utilizzati senza soluzione di continuità infatti non solo espongono a un maggior rischio cardiovascolare ma creano dipendenza. Più se ne assumono e più se ne sente il bisogno. Perciò è importante utilizzarli con attenzione.

 

Come comportarci

Per curare un dolore che dura da almeno tre mesi i Fans non sono indicati. Questi farmaci da banco sono sicuri se utilizzati per un tempo breve e nel dosaggio consentito: il sollievo non arriva continuando ad assumerli a lungo o aumentando le dosi. In questi casi rivolgersi al medico è la soluzione migliore.

Categorie:Cure Mediche

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