Pandemia: un’analisi sulle denunce di risarcimento

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A due anni dall’inizio della pandemia una delle principali compagnie assicurative operanti nel settore della responsabilità medica analizza l’impatto di denunce e richieste di risarcimento sul personale e sulle strutture sanitarie travolti dall’ondata emergenziale.

 

Sono passati due anni e un mese dal primo lockdown nazionale annunciato il 9 marzo 2020.
Gli ospedali in questo arco temporale sono stati travolti da quattro ondate emergenziali, che nessuno di noi potrà dimenticare facilmente. Per la prima volta, l’Osservatorio Covid-19 MedMal di AmTrust Assicurazioni, presenta un’analisi unica nel suo genere, che analizza gli impatti della pandemia sulle denunce di risarcimento nei confronti del personale e delle strutture sanitarie.

 

Richieste a ondate

Durante l’emergenza sanitaria che ci ha travolti dall’inizio del 2020, gli ospedali hanno dovuto affrontare una pressione crescente di richieste danni per malasanità nel corso delle varie ondate. 

In particolare, la seconda ondata, tra il settembre e il dicembre 2020, ha registrato un aumento del 51% in più per rispetto alla prima, mentre i dati della terza, ad oggi, sono di 148 denunce.

Durante la prima ondata, che ha segnato l’inizio dell’emergenza a febbraio 2020, la metà delle richieste di risarcimento danni (52%) sono arrivate dal Nord Italia, l’area più colpita dal virus; al contrario, nelle successive ondate il maggior numero di richieste è stato presentato al Sud, il 73% in più rispetto al Nord nella seconda ondata, e arrivando addirittura al 109% in più nella terza. 

Questa variazione può essere correlata ad una maggiore pressione esercitata dal Covid-19 sugli ospedali di queste regioni, dal momento che la percentuale di occupazione dei posti letto ospedalieri è rimasta omogenea su tutto il territorio nazionale.

 

Ospedali pubblici più penalizzati 

Emerge inoltre che, sui due anni, la sanità pubblica ha un peso dell’80% nelle richieste di risarcimento, contro il 20% degli eventi che gravano su strutture private. Anche se tra le prime due ondate e le successive due, il carico assistenziale si è spostato ancor più sugli ospedali pubblici rispetto alla sanità privata, con circa il 95% delle richieste della terza ondata indirizzato solo a strutture pubbliche.

 

51-60 anni la fascia più attiva 

Ma chi sono i soggetti più attivi nelle denunce? Un’altra metrica che ci ha permesso di dare una forma ancora più dettagliata alle richieste di risarcimenti è la fascia d’età dei richiedenti: nel complesso l’incidenza prevalente riguarda soggetti rientranti nella fascia tra i 51 e i 60 anni, sia per gli uomini sia per le donne, in corrispondenza con il calo progressivo dell’età media ospedalizzata nel corso della pandemia. In caso di decesso, per gli uomini la fascia 71-80 anni è quella a cui corrispondono il maggior numero di richieste, mentre per le donne il picco sale alla fascia 81-90 anni. 61-70 è la fascia più interessata se il caso di decesso riguarda un operatore professionale.

 

Tempi e responsabilità

Dallo studio risulta inoltre che il 48% dei sinistri Covid-19 sono stati denunciati entro 3 mesi dalla data di accadimento e che questa percentuale raggiunge il 74% entro i 6 mesi. Durante il periodo preso in esame, i tempi necessari per far scattare la denuncia sono progressivamente diventati più rapidi: infatti se la media nella prima ondata era di nove mesi dalla data dell’evento, questo lasso temporale si è dimezzato nella seconda e, proseguendo ancora il trend di riduzione, AmTrust ha ricevuto nella terza ondata richiesta di risarcimenti su polizze RC sanitarie mediamente dopo un mese e mezzo dalla data dell’accadimento dannoso.

Altro dato rilevante riguarda la prevalente incidenza della potenziale responsabilità sanitaria (MedMal), circa l’86%, nella richiesta dei danni, così come i coinvolgimenti di responsabilità del datore di lavoro riferita all’osservanza delle norme per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 nell’ambiente di lavoro, con l’11% dei casi, un’incidenza rilevante su questa tipologia di rischio. Il 2% degli scenari rientra nella sfera delle lesioni generali non MedMal e l’1% nei danni materiali.

 

Conclusioni 

Infine, per concludere, ecco i dati relativi ai danni. Nel 44% dei casi si tratta di presunti danni lievi, mentre nel 42% dei casi la gravità del danno è per decesso. Questi ultimi sono precisamente 224 sinistri denunciati dei quali il 95% riferiti a pazienti mentre il restante 5% ad operatori sanitari, con una concentrazione importante di 106 richieste avvenute solamente negli ospedali pubblici del Sud Italia. Percentuali, che unite alle altre, ci mostrano una significativa fotografia di quella che ad oggi può essere considerata come la peggiore emergenza sanitaria globale mai affrontata. 

Categorie:Responsabilità Medici
Tags:Covid e denunce risarcimento

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