Risarcimenti alla milanese o alla romana?

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Sono state elaborate le “nuove” tabelle milanesi per il risarcimento del danno parentale. Si tratta di una rivisitazione del meccanismo precedente allineato con il sistema a punti di Roma. Vediamole insieme.

 

La Cassazione ha dato il via libera ai nuovi “Criteri orientativi per la liquidazione del danno non patrimoniale per perdita del rapporto parentale” elaborati dall’Osservatorio per la Giustizia Civile del Tribunale di Milano ovvero alle “nuove” tabelle per danno parentale.

Si tratta di una rivisitazione dei criteri e del meccanismo precedentemente in uso per risarcire il danno subito dai congiunti di una persona deceduta per l’azione di un terzo (in un sinistro stradale, per una errata prestazione sanitaria e ogni altra situazione illecita).

Le “nuove” tabelle sono state adeguate al cosiddetto “sistema a punti” che era stato sostenuto dalla Suprema Corte che aveva indicato, come riferimento, le Tabelle elaborate dal Tribunale di Roma. Queste, fino ad oggi, erano le uniche ad essere state segnalate dalla Cassazione come rispondenti al modello corretto suggerito dalla stessa.

 

Il sistema a punti

Ma cos’è esattamente? È un sistema di calcolo che assicura, non solo un’adeguata valutazione delle circostanze del caso specifico ma anche uniformità di trattamento in casi analoghi, mentre quello da anni in uso a Milano non offriva le stesse garanzie perché basato non su criteri puntuali ma su ampie “forbici” di valore entro le quali il giudice poteva liberamente stabilire la propria liquidazione equitativa. 

Ora, invece, l’assegnazione dei punti è ripartita in funzione di parametri corrispondenti all’età della vittima primaria e secondaria, alla convivenza tra le due, alla sopravvivenza di altri congiunti, alla qualità e intensità della specifica relazione affettiva perduta.

Non che in precedenza tali criteri non fossero considerati nella valutazione del danno. Ma, mentre in passato potevano essere genericamente addotti a sostegno della libera scelta del giudice all’interno della forbice, spesso valutando le medesime fattispecie in maniera del tutto difforme,  

oggi assumono un indice quasi automatico ed espresso in precisi valori numerici calcolati in funzione di determinate circostanze “anagrafiche” (quali appunto l’età dei soggetti coinvolti, la composizione del nucleo familiare o la convivenza).

 

Cambiamento e continuità

Oggi la questione è di grande rilevanza dal momento che la “vecchia” tabella di Milano ha costituito finora la regola utilizzata dall’80% dei Tribunali civili per risarcire il danno da sofferenza per la perdita (o la compromissione) del rapporto parentale. 

Per preservare questo suo ruolo, infatti, la nuova tabella ha cambiato struttura cercando, comunque, una concreta continuità liquidativa rispetto al passato: il sistema a punti è stato infatti costruito avendo cura di non disattendere i valori finali dei risarcimenti espressi in precedenza, e dunque cercando di coniugare la nuova regola aritmetica con risultati liquidativi coerenti con la casistica risarcitoria degli ultimi anni, ottenuti vagliando cospicui precedenti giurisprudenziali (circa 600 sentenze). Come dice lo stesso Osservatorio, “non si tratta quindi di “nuove tabelle” ma delle stesse tabelle milanesi integrate con un sistema a punti”. 

 

La grande assente: una tabella unica nazionale

In effetti però, a ben guardare, a mancare è una tabella unica nazionale, ovvero di un sistema risarcitorio che vada bene per tutti. Solo così si eviterebbero degli indennizzi difformi per area geografica. Ma vediamone cos’è accaduto proprio in funzione dell’utilizzo delle tabelle di Roma e Milano.

 

Il fatto

I congiunti di una donna chiedono il risarcimento danni per trasfusione di sangue infetto, nonché quelli sofferti proprio per la perdita della loro congiunta. La Corte d’appello liquida una somma inferiore a un terzo rispetto al minimo stabilito dalle tabelle milanesi: i giudici avevano indicato l’utilizzo delle tabelle romane come le uniche in grado di garantire criteri equi di risarcimento. 

Le parti hanno pertanto chiesto al giudice del rinvio di applicare gli standard ambrosiani, e ora dovrà nuovamente pronunciarsi sulla vicenda.

In futuro, l’applicazione dimostrerà se quest’ultima edizione della tabella di Milano sarà destinata a riscuotere successo applicativo anche nel confronto con la tabella di Roma, nel frattempo, ricordiamo, assunta dalla Cassazione come parametro metodologico di riferimento.

L’auspicio, ancora una volta, è che il legislatore ponga finalmente fine alla contesa tra “Guelfi e Ghibellini” e vari una tabella unica nazionale prendendo il meglio da entrambe.

Categorie:Casi di Errori Medici
Tags:risarcimento danno parentale

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