
La sindrome della cauda equina è una condizione rara ma molto grave che, se non diagnosticata e trattata in tempo, può comportare responsabilità medica e quindi un diritto al risarcimento per il paziente. Si tratta infatti di un’emergenza che richiede un intervento tempestivo, perché deriva da una compressione dei nervi alla fine del midollo spinale.
I sintomi possono includere forti dolori lombari, difficoltà a controllare la minzione o la defecazione, perdita della sensibilità nella zona perineale e debolezza agli arti inferiori. In assenza di una diagnosi rapida e di un trattamento adeguato, queste conseguenze possono trasformarsi in danni permanenti come paralisi, incontinenza cronica o disfunzione sessuale.
Le cause possono essere diverse: un’ernia del disco espulsa, ma anche un tumore, un ematoma spinale, una frattura vertebrale o persino una complicanza post-operatoria. In tutti questi casi, se il medico o la struttura sanitaria non intervengono nei tempi dovuti o trascurano i sintomi, il paziente ha la possibilità di far valere la responsabilità sanitaria e chiedere il giusto risarcimento.
Gli errori medici legati alla sindrome della cauda equina sono principalmente imputabili a un ritardo diagnostico o al mancato riconoscimento dell’emergenza medica che impediscono al paziente di ricevere cure in modo tempestivo.
Ecco quali sono i più comuni:
La responsabilità medica per la sindrome della cauda equina si configura ogni volta che il paziente sviluppa un danno neurologico a causa di un ritardo diagnostico.
L’errore può essere individuato al momento del triage al pronto soccorso, o inseguito durante la visita medica.
Se il paziente riporta un danno causato dal ritardo delle cure, si configura la colpa medica dimostrando che un intervento tempestivo avrebbe potuto evitare le gravi conseguenze manifestate.
La sindrome della cauda equina è nota per la sua pericolosità, proprio per questo è stata descritta in tutti i manuali ed è indicata nelle linee guida sanitarie: è quindi un dovere del medico riconoscerla.
La mancanza di cure nel momento in cui il danno avrebbe potuto essere reversibile giustifica il diritto del paziente a richiedere un risarcimento per la sindrome della cauda equina che comprende danni biologici, patrimoniali e non patrimoniali.
Se hai riportato delle conseguenze a causa di un ritardo diagnostico della sindrome della cuada equina, puoi quindi avanzare domanda di risarcimento dimostrando la responsabilità medica nell’accaduto. Per farlo dovrai avvalerti di un medico legale e di un avvocato i quali dovranno dimostrare che cure tempestive avrebbero potuto tutelare la tua salute.
Se non sai a chi rivolgerti, noi di Periplo Familiare possiamo aiutarti, siamo la prima associazione in Italia per vittime di malasanità, il nostro staff medico legale è pronto a valutare il tuo caso: richiedi una consulenza gratuita!
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