Visite mediche in azienda: si torna alla normalità.

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Nella fase attuale, per i Ministeri della Salute e Lavoro occorre tendere al completo, seppur graduale, ripristino delle visite mediche in azienda.
Unica condizione: operare nel rispetto delle regole.

 

È quello che stabilisce tra le altre cose la circolare a firma congiunta dei Ministeri del Lavoro della Sanità, con gli aggiornamenti alle indicazioni operative relative alla sorveglianza medica e all’attività del medico competente negli ambienti di lavoro.

In accordo con il Governo, il 14 marzo sindacati e imprese avevano firmato un protocollo per tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori dal possibile contagio da Coronavirus e garantire la salubrità dell’ambiente di lavoro. Il protocollo è stato poi ripreso e integrato in molte sue parti. 

Nella fase attuale, continua a rilevarsi fondamentale la sorveglianza sanitaria, in particolare in riferimento all’opportunità di contestualizzare in tempo utile le diverse tipologie di misure di contenimento del rischio da Covid-19 rispetto alle singole realtà produttive, tenendo conto dei dati sull’andamento epidemiologico nel relativo contesto territoriale.

 

Sorveglianza sanitaria

Le precedenti istruzioni ministeriali chiedevano ai medici di assicurare lo svolgimento delle visite mediche nel rispetto delle misure igieniche fissate dal Ministero e dell’OMS. Così ritenevano opportuno, se possibile, che le visite venissero svolte in infermeria aziendale, con mascherine indossate (medico e lavoratore) e in base a una programmazione per evitare assembramenti di lavoratori nella fase di attesa della visita.

Oggi, si legge nella recente circolare, i Ministeri ritengono opportuno tendere al completo, seppur graduale, ripristino delle visite mediche previste dal testo unico in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, sempre a condizione che sia consentito operare nel rispetto delle misure igieniche raccomandate, nonché tenendo conto dell’andamento epidemiologico nel territorio di riferimento.

Le visite dovranno essere effettuate nell’infermeria aziendale o in altri ambienti idonei di metratura tale da consentire il necessario distanziamento fra medico e lavoratore/lavoratrice soggetto a visita, con sufficiente ricambio d’aria e che permettano un’adeguata igienizzazione delle mani. Nel corso delle visite dovranno sempre essere usate mascherine e altri dispositivi di protezione individuale. È opportuno, inoltre, privilegiare le visite con carattere di urgenza e di indifferibilità quali quelle preventive, quelle su richiesta del lavoratore o effettuate in occasione del cambio di mansione, e la visita medica precedente alla ripresa del lavoro dopo un’assenza per malattia superiore a 60 giorni continuativi.

Viene inoltre raccomandato di valutare con cautela l’esecuzione di esami strumentali che possano esporre a contagio da Covid-19, quali ad esempio le spirometrie, nel caso in cui non possano essere effettuati in idonei ambienti e con adeguati dispositivi di protezione.

Infine, stop alla sorveglianza sanitaria eccezionale per i lavoratori maggiormente esposti a rischio di contagio, in ragione dell’età o della condizione di salute. Di fatto, ciò non significa che si può trascurare la sorveglianza sanitaria con riferimento al rischio di Covid-19, ma solo come siano vietati accertamenti da parte del datore di lavoro. Il controllo delle assenze può essere effettuato soltanto attraverso i servizi ispettivi degli istituti previdenziali competenti, i quali sono tenuti a compierlo quando il datore di lavoro lo richieda. 

 

Medico competente

In questo nuovo scenario, il ruolo dei medici competenti ne risulta amplificato fino a elevarsi al compito di consulente globale del datore di lavoro. 

A lui è assegnato il compito assicurarsi della corretta predisposizione e attuazione delle misure per la tutela della salute e della integrità psico-fisica dei lavoratori, contribuendo a far sì che tali misure siano attinenti alle specifiche attività produttive e realtà aziendali cui si riferiscono, in un’ottica di miglioramento continuo della loro efficacia. Viene inoltre richiamato il ruolo di collaborazione del medico competente nelle attività di informazione/formazione dei lavoratori sul rischio di contagio da SARS-CoV-2 e sulle precauzioni messe in atto in ambito lavorativo, aggiornando progressivamente il datore di lavoro circa strumenti divulgativi predisposti dalle principali fonti istituzionali di riferimento, anche al fine di evitare il rischio di infodemia.

Anche per il lavoro a distanza è prevista la collaborazione del medico competente con il datore di lavoro nell’individuazione di strumenti e contenuti informativi/formativi per i lavoratori, anche nell’ottica di contribuire a evitare l’isolamento sociale a garanzia di un complessivo benessere psico-fisico.

Infine, il medico competente può suggerire l’adozione di eventuali mezzi diagnostici qualora ritenuti utili al fine del contenimento della diffusione del virus e della salute dei lavoratori, ma in merito ai test sierologici, essi, secondo le indicazioni dell’OMS, non possono sostituire il test diagnostico molecolare su tampone, ma possono fornire unicamente dati epidemiologici riguardo la circolazione virale nella popolazione anche lavorativa.

Ecco che dunque ci auguriamo un ritorno alla normalità nei luoghi di lavoro perché questo è il momento di ripartire e di iniziare un nuovo corso in cui le aziende raggiungono i loro obiettivi grazie a ciò che le rende uniche: il loro valore, i loro prodotti o servizi, ma soprattutto le loro persone.

Categorie:News Medicina
Tags:visite mediche in azienda Covid

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