I casi più frequenti di errori medici che si registrano nella chirurgia generale riguardano le lesioni di nervi, vasi ed organi
durante gli interventi chirurgici; le aderenze e le infezioni post operatorie; gli emboli e le tromboembolie per mancata terapia anticoagulante; l’errato posizionamento delle clips e la ritenzione di strumentazione chirurgica nel corpo del paziente.
L’associazione Periplo Familiare si impegna attivamente nella tutela dei pazienti che hanno subito danni a causa di errori in chirurgia generale. Con un team di avvocati esperti in malasanità e medici specializzati, offriamo consulenza e assistenza legale per affrontare casi di errori chirurgici. La nostra esperienza e conoscenza nel campo ci permettono di seguire con competenza anche i casi più complessi di malasanità ed errori medici in chirurgia generale.
Conseguenze da ritardo diagnostico
La signora Simonetta, romana di 47 anni, si reca al Pronto Soccorso per intensi dolori in sede inguinale. Qui, dopo essere stata visitata, viene dimessa con una diagnosi di ernia inguinale ma senza complicanze. Dopo sole due settimane, i dolori continuano ad essere persistenti, così Simonetta è costretta a tornare al P.S. dello stesso Ospedale dove però viene trattata con un semplice farmaco antidolorifico e rimandata al suo medico curante. Nei giorni successivi la situazione resta immutata, ma questa volta Simonetta decide di rivolgersi ad un altro Ospedale dove fortunatamente lo staff medico la sottopone a indagini più approfondite che le consentono di giungere alla diagnosi corretta di appendicite. Un ritardo maggiore avrebbe potuto dar seguito a una grave perforazione.
DANNO SUBITO
A causa di questo ritardo diagnostico, sia durante il primo che il secondo accesso al Pronto Soccorso, la signora Simonetta ha riportato varie conseguenze e sofferenze, anche di tipo psicologico, che potevano essere evitate se si fosse proceduto subito ai necessari accertamenti.
RISARCIMENTO
Dopo aver preso contatto con l’Ospedale responsabile, la vertenza si è conclusa con un accordo transattivo tra le parti, che ha riconosciuto alla signora Simonetta un risarcimento di € 48.000,00.
Insufficienza respiratoria e grave disfonia
La signora Rita, di 60 anni, si sottopone ad una tiroidectomia totale. L’operazione però non è preceduta né da consenso informato né dalla raccolta dei dati anamnestici. Dopo poche ore dall’intervento, Rita accusa una grave crisi respiratoria e disfonia. Viene pertanto sottoposta a visita otorinolaringoiatrica che depone per un quadro laringoscopico caratterizzato da “corde vocali fisse e spazio respiratorio notevolmente ridotto”. Poiché la situazione, anche dopo le cure somministrate, non presenta alcun miglioramento, Rita viene trasferita in terapia intensiva.
Dopo una settimana, stabilizzate le condizioni, viene dimessa senza una programmazione di terapie e controlli post-chirurgici. Tornata al proprio domicilio, Rita continua ad accusare problemi respiratori che la costringono a recarsi privatamente presso un medico otorinolaringoiatra, il quale conferma la paresi di entrambe le corde vocali. Col trascorrere dei giorni la situazione peggiora tanto che numerosi sono i ricorsi al Pronto Soccorso per crisi respiratorie, dove in alcuni casi è stato necessario sottoporre la signora a interventi di dilatazione per facilitare la respirazione.
DANNO SUBITO
La signora Rita ad oggi presenta un danno irreversibile consistente in un’insufficienza respiratoria e una grave disfonia. A questo quadro clinico si aggiunge una forte depressione post-traumatica.
RISARCIMENTO
Inoltrata la richiesta di riconoscimento del danno, in tempi ragionevolmente brevi la compagnia assicuratrice dell’Azienda ospedaliera sottopone a visita la signora Rita e successivamente, a seguito di una lunga trattativa intercorsa con l’Associazione, la vertenza si definisce con la corresponsione di € 145.000,00.
Grave danno da perforazione
La signora Cesarina, di 74 anni, si reca in ospedale per eseguire una colonscopia. Durante la procedura endoscopica le viene causato un danno da perforazione che l’operatore provvede a chiudere con 6 endoclips, senza procedere ad alcun intervento chirurgico. Questo però si rende necessario solo 24 ore dopo, quando si viene a creare una contaminazione fecale. La signora Cesarina viene quindi sottoposta ad ampia laparotomia e confezionamento di colostomia, chiusa dopo 4 mesi.
DANNO SUBITO
Il danno subito dalla signora le ha causato gravi e lunghe sofferenze che potevano essere evitate laddove i sanitari fossero intervenuti chirurgicamente nell’immediatezza.
RISARCIMENTO
La vertenza si è definita in via transattiva con la compagnia assicuratrice della struttura ospedaliera con il risarcimento a favore della signora Cesarina di € 45.000,00.
Lesione irreversibile dello sfintere
Il signor Emanuele, di anni 45, da qualche tempo accusa forti dolori anali. Decide quindi di sottoporsi a visita proctologica nella quale gli viene diagnosticata la presenza di emorroidi interne di 3° grado. Su consiglio del medico decide di sottoporsi ad intervento, con la rassicurazione che si sarebbe trattato di una operazione semplice ed esente da rischi, dalla quale avrebbe tratto solo benefici. Dopo l’intervento, Emanuele accusa dolori fortissimi, perdite ematiche e successivamente anche perdita di feci. Problemi che purtroppo divengono irreversibili.
DANNO SUBITO
Durante l’intervento, a causa dell’uso di una suturatrice meccanica, viene lesionato lo sfintere causando al signor Emanuele una conseguente incontinenza irreversibile e una forma depressiva grave.
RISARCIMENTO
Dopo una fase iniziale nel corso della quale la struttura ospedaliera ha respinto ogni addebito, si è raggiunta una transazione appena prima dell’azione giudiziale con una corresponsione in favore di Emanuele della somma di € 183.000,00.
Decesso da valutazione preoperatoria e incuria post operatoria
Il signor Fulvio, di 78 anni, viene sottoposto ad intervento chirurgico di resezione e sostituzione dell’aorta addominale della durata di ben 8 ore. L’atto operatorio non viene preceduto da una valida informativa circa i rischi dell’intervento e la scheda si presenta del tutto lacunosa e superficiale. Nell’immediato post operatorio, il signor Fulvio viene trasferito in terapia intensiva e vengono eseguite delle trasfusioni di sangue a causa della presenza di materiale siero-ematico nei drenaggi. Situazione che non induce i sanitari a sottoporre il signor Fulvio ad ulteriori accertamenti.
Le condizioni di Fulvio purtroppo precipitano, tanto da rendersi necessario un nuovo intervento che tuttavia non si dimostra risolutivo conducendo anzi il signor Fulvio, di lì a poco, al decesso.
DANNO SUBITO
Fatale si è rivelata l’errata valutazione preoperatoria di Fulvio che, viste le condizioni cliniche generali, doveva essere sottoposto agevolmente e con minori rischi ad un intervento chirurgico endovascolare. Inoltre il controllo postoperatorio si è dimostrato superficiale ed inadeguato: di fronte a perdite ematiche, sono stati omessi i doverosi accertamenti diagnostici, mentre una semplice TAC, se fosse stata eseguita, avrebbe evidenziato l’emorragia in atto.
RISARCIMENTO
La compagnia assicuratrice della struttura destinataria della richiesta di risarcimento ha riconosciuto la responsabilità dei sanitari, che non hanno correttamente valutato le condizioni prima dell’intervento e non ne hanno correttamente seguito il decorso postoperatorio, ed ha pertanto liquidato gli eredi in via bonaria con un risarcimento complessivo di euro 235.000,00.
Decesso per negligenza diagnostica
Il signor Giuseppe, di 77 anni, a causa di forti dolori addominali, viene ricoverato d’urgenza presso il Pronto Soccorso e immediatamente sottoposto a una consulenza chirurgica che, tuttavia, esclude l’indicazione all’intervento. Solo dopo 20 ore dal ricovero, col peggiorare delle condizioni di Giuseppe, si decide di intervenire chirurgicamente per la rimozione dell’occlusione intestinale. Nell’immediato postoperatorio Giuseppe presenta un quadro clinico molto preoccupante: presenza di iperpiressia, gravi crisi respiratorie e uno stato di shock settico, tanto che a distanza di soli due giorni decede.
DANNO SUBITO
Incompetente e negligente la condotta dei sanitari, i quali non hanno riconosciuto immediatamente la gravità del quadro clinico del signor Giuseppe e non hanno proceduto, come previsto dalle linee guida, ad ulteriori indagini diagnostiche. Esami che avrebbero indotto a un intervento chirurgico immediato che avrebbe scongiurato l’infausto epilogo.
RISARCIMENTO
La vertenza si è conclusa con l’ammissione di responsabilità da parte dei sanitari dell’Azienda ospedaliera in sede di mediazione obbligatoria e la conseguente liquidazione verso gli eredi di un risarcimento complessivo di € 450.000,00.
Danni permanenti di deambulazione
La signora Ida, di 48 anni, si sottopone a un intervento per l’asportazione di una formazione cistica sulla coscia. Durante l’operazione, che viene effettuata senza essere preceduta dal consenso informato, fa seguito un’emorragia non correttamente monitorata dai sanitari, i quali, solo tardivamente, decidono per un re-intervento che però produce serie complicazioni. Dopo oltre un mese di degenza ospedaliera, la signora Ida riporta gravi danni permanenti di deambulazione e mobilità.
DANNO SUBITO
Purtroppo per la signora Ida, quello che doveva essere un semplice intervento, si è trasformato in ben altro. Ida infatti ha subito una lesione permanente al nervo sciatico con compromissione dello SPE, che ne ha limitato la quotidianità e l’ha resa inabile a qualsiasi mansione domestica e lavorativa.
RISARCIMENTO
Il giudizio incardinato avanti al Tribunale si è concluso con sentenza di condanna della struttura ospedaliera che ha corrisposto in favore della signora Ida la somma di € 380.000,00.
Prolungate sofferenze e intervento invasivo
La signora Mariza, di 63 anni, si sottopone ad intervento di colpoisterectomia e annessiectomia. Tutto sembra andato bene, ma dopo circa 2 anni la signora inizia ad accusare disturbi all’addome. Poiché col passare del tempo i fastidi aumentano, Mariza decide di sottoporsi a esami diagnostici più approfonditi e, da una ecografia pelvica, emerge la presenza di una massa sospetta che l’ecografo ipotizza attribuibile ad un carcinoma. In tempi strettissimi si decide per un intervento chirurgico, eseguito in un centro oncologico, durante il quale si è resa necessaria, oltre alla rimozione del corpo estraneo (garza), anche la resezione ileale con anastomosi ileale terminale e sutura della vescica per le tenaci aderenze che la massa ascessuale che inglobava il corpo estraneo aveva contratto con questi organi.
DANNO SUBITO
Per questa grave dimenticanza, le sofferenze per la signora Mariza sono state importanti e prolungate nel tempo e hanno comportato un intervento riparativo molto invasivo, con decorso postoperatorio complesso.
RISARCIMENTO
La vertenza si è chiusa in tempi ragionevolmente brevi con la corresponsione da parte della struttura sanitaria della somma di € 55.000.00.
Molteplici interventi per malpratica sanitaria
Il signor Dino, di 68 anni, viene sottoposto a un intervento di nefroureterectomia laparoscopica per carcinoma del rene sinistro. Dopo soli tre giorni, si rende necessaria una seconda operazione chirurgica in laparotomia per la presenza di addome acuto con referto di peritonite da perforazione diverticolare del colon. Il signor Dino lascia l’ospedale solo dopo 20 giorni con dimissione protetta.
Tuttavia, dopo 4 mesi, viene sottoposto a un ulteriore intervento di ricanalizzazione che purtroppo risulta inefficace, tanto da dover essere ripetuto a distanza di poco tempo. A pochi giorni dall’ultima operazione, si registra una grave occlusione intestinale. Dino viene quindi rioperato per la quinta volta per necrosi ischemica della parete del piccolo intestino, complicata anche dalla insorgenza di una pericolosa infezione da Klebsiella. Tanti interventi invasivi e debilitanti, in parte evitabili.
DANNO SUBITO
In questa vicenda è stato censurabile tanto il mancato controllo della lesione al colon ritenuta iatrogena, quanto la gestione non risolutiva delle varie colostomie: situazioni cliniche che hanno richiesto molteplici accesi chirurgici invasivi e hanno debilitato ulteriormente la salute del signor Dino.
RISARCIMENTO
Presi contatti con la Struttura Ospedaliera, operante in regime di autotutela, si è riusciti dopo vari contatti con gli addetti a definire la vertenza con un riconoscimento parziale della responsabilità dei sanitari e la corresponsione della somma di € 60.000,00.
Marco, 49 anni, conviveva da tempo con una grave forma di obesità. Su indicazione del suo dietologo, aveva deciso di sottoporsi a un intervento di mini bypass gastrico, con la speranza di migliorare la propria salute e la propria qualità di vita. Per l’operazione chirurgica si era recato in una città distante dalla sua, affidandosi con fiducia a una struttura specialistica.
L’intervento, durato ben 13 ore e svolto in laparotomia, ha però avuto esiti drammatici. Dopo appena tre giorni, Marco è stato trasferito d’urgenza, in codice rosso, presso il pronto soccorso di un altro ospedale in condizioni gravissime, a causa dell’errata conduzione dell’intervento da parte dell’equipe medica.
DANNO SUBITO
Nel secondo ospedale Marco è stato sottoposto a numerosi reinterventi per correggere le complicazioni sorte durante la prima operazione. Ha sviluppato una peritonite biliare diffusa, un’embolia polmonare acuta e uno shock settico. Ha trascorso due mesi intubato, con tracheotomia, cui ha fatto seguito un lungo periodo di riabilitazione ospedaliera. Inoltre, ha riportato un grave deficit neurologico allo SPE sinistro, dovuto alla lunga esposizione intraoperatoria.
RISARCIMENTO
Abbiamo assistito Marco in un percorso complesso, con l’intervento di medici legali e specialisti nelle varie branche interessate. Dopo una trattativa stragiudiziale articolata e una perizia medico-legale disposta dalla struttura sanitaria, siamo riusciti a ottenere per lui un risarcimento di € 290.000.
Nel marzo 2019, Andrea si è sottoposto a un intervento chirurgico per trattare un ingrossamento benigno della prostata.
Purtroppo, a causa della errata tecnica operatoria, in seguito ha subito un forte sanguinamento che ha reso necessari altri cinque interventi e un lungo ricovero di oltre un mese. A causa delle complicazioni, si sono formate delle fistole — tra la vescica e l’uretra e tra il colon e il retto — che hanno compromesso seriamente il normale funzionamento del suo corpo.
Nei mesi successivi, Andrea ha dovuto affrontare un lungo e difficile percorso. Ha vissuto per sette mesi con un catetere per urinare, per sei mesi con dei tubi che drenavano i reni, e per dieci mesi con una stomia, cioè un’apertura sull’addome per l’evacuazione intestinale.
DANNO SUBITO
Le conseguenze di quanto accaduto sono state molto pesanti: per circa due anni Andrea ha dovuto affrontare numerose cure, ha sviluppato tre ernie addominali, ha avuto problemi persistenti nella sfera sessuale e dolori cronici alla schiena. Ha dovuto seguire regolarmente terapie fisiche e trattamenti manuali per cercare di alleviare i disturbi. Anche dal punto di vista emotivo, il carico è stato molto duro da sopportare.
RISARCIMENTO
Dopo una visita medico-legale, il caso è stato esaminato dalla struttura sanitaria, che ha riconosciuto le responsabilità e ha proposto un risarcimento. Ad Andrea è stata riconosciuta una somma di € 150.000 per le gravi conseguenze subite a causa dell’errore medico.
Ogni intervento chirurgico comporta rischi specifici. I rischi più comuni di errori medici nella chirurgia generale includono: Lesioni di nervi, vasi ed organi durante gli interventi chirurgici, aderenze e infezioni post-operatorie, emboli e le tromboembolie per mancata terapia anticoagulante, errato posizionamento delle clips e la ritenzione di strumentazione chirurgica nel corpo del paziente.
L’errore medico in generale, non solo relativo alla chirurgia generale va ricondotto ad alcuni fattori principali:si dovrà comprovare che il medico abbia assunto un atteggiamento negligente, non rispettoso delle buone pratiche mediche o imprudente. Se ritieni di aver subito un danno durante un intervento chirurgico, è importante consultare un esperto legale in malasanità. Contattaci e raccontaci la tua storia. La nostra associazione a sostegno delle vittime di errori medici e malasanità può aiutare a valutare la specifica situazione, raccogliere le prove necessarie e determinare se si è verificata negligenza medica, imperizia medica o imprudenza medica.
Se si sospetta di essere vittima di malasanità dopo un intervento di chirurgia generale, è consigliato conservare tutta la documentazione medica relativa al caso specifico (come le proprie cartelle cliniche, non solo relative alla questione, specifica, ma anche alla storia pregressa) e contattare immediatamente la nostra associazione a tutela delle vittime di errori medici e malasanità. Un nostro esperto in materia potrà guidare la vittima di malasanità nei passi successivi per ottenere giustizia e un possibile risarcimento attraverso un accordo bonario con la struttura o il medico coinvolto.
La nostra associazione a tutela delle vittime di malasanità offre supporto legale a queste ultime anche nei casi facenti parte del ramo di chirurgia generale per far sì che i loro diritti siano rispettati e che si raggiunga il giusto risarcimento per il danno subito. Il nostro team di professionisti, sia medici che legali, combinano le proprie competenze per fornire un supporto attento e specifico al tuo caso. Ci sforziamo di ottenere un risarcimento adeguato attraverso trattative con le parti coinvolte, evitando il ricorso a processi legali quando possibile.
I tempi per ottenere un risarcimento in caso di errore medico in chirurgia generale possono variare a seconda della complessità del caso e della disponibilità delle prove. Generalmente, le trattative per un accordo bonario possono richiedere diversi mesi. Tuttavia, ogni caso è unico e i nostri avvocati potranno fornire una stima più precisa dopo una valutazione approfondita del tuo caso. Raccontaci il tuo caso e calcola il danno.
Di seguito abbiamo riportato alcuni degli errori medici più comuni, clicca sull’area medica di tuo interesse per scoprire quali sono i danni associati e qual è il giusto risarcimento che potresti ottenere.
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